BIOGRAFIA SEMISERIA
Luigi Relé, all’anagrafe Luigi Romagnoli, nasce alle 7 del mattino del 15 aprile 1957 a Marino, il paese dei castelli romani noto per “le fontane che danno vino”, imbracciando una chitarra giocattolo e intonando le note di “Love me tender”. Unico maschio di quattro figli, il padre per la contentezza fa pubblicare la notizia su un giornale locale mentre le sorelle festeggiano tracannando di nascosto marsala all’uovo.
All’età di tre anni si trasferisce con la famiglia a Roma, nel popoloso quartiere di Don Bosco, a poca distanza dagli studi cinematografici di Cinecittà. Il cinema esercita un grande fascino sui ragazzi del quartiere e attraverso un buco nella rete di recinzione Luigi e i suoi amici a volte s’intrufolano di nascosto negli Studios, attratti dalle scenografie dei film. Il villaggio western è l’attrazione principale dell’epoca.
All’età di dieci anni i genitori lo segnano al gruppo scout del quartiere e comincia a girare con la divisa da giovane esploratore, non di rado preso in giro dai coetanei che non capiscono quella scelta. È invece un’esperienza che risulterà molto importante per la sua formazione umana e sociale.
All’inizio degli anni ’70 frequenta il liceo Augusto e in quel periodo comincia a interessarsi di politica partecipando alle proteste del movimento studentesco di sinistra. Sono anni in cui molti giovani si schierano su opposti e radicali fronti politici, a destra e a sinistra. Anni difficili, nei quali la passione politica e civile sono espresse in modo radicale.
È in quel periodo che comincia a farsi crescere i capelli e la barba, girando con gilet cuciti da sua madre e con pantaloni ai quali ha fatto aggiungere ai lati delle frange. Un pomeriggio, attraversando il cortile di casa, da una finestra si alza inconfondibile un grido - “Ah Moustaki” -, evidentemente riferendosi all’autore e cantante greco diventato improvvisamente famoso in Italia qualche anno prima con il brano “Lo straniero”.
A sedici anni la sorella maggiore gli regala la sua prima chitarra. Si chiude interi pomeriggi nella camera da letto dei genitori a provare i primi giri di accordi e, da subito, scopre la passione per la scrittura nella forma canzone. Pochi accordi, giri semplici, molta attenzione ai testi, che raccontano le ingiustizie della vita e la voglia di cambiare il corso delle cose.
Partecipa per un periodo ai pomeriggi del Folkstudio, lo storico locale di Roma dove si sono formate generazioni di cantautori. A vent’anni con alcuni amici mette in scena uno spettacolo di teatro canzone dal titolo “Frasi di vita”, che replica per alcune serate. Negli anni successivi continua a scrivere canzoni, inviando qualche demo ad alcune etichette discografiche, ma in realtà non tenta mai seriamente di fare della musica il suo mestiere.
Nel 1983 vince un concorso nella pubblica amministrazione e dal 1986 è impegnato in una delle più importanti organizzazioni del sindacalismo indipendente e conflittuale, nella quale ha ricoperto numerosi incarichi a livello nazionale. Impegno politico e canzoni hanno continuato ad andare a braccetto perché sono parte di un unico percorso umano, sociale ed artistico.
Nel 2005 insieme ad alcuni musicisti della stessa organizzazione sindacale incide il disco “Autunno caldo”, undici tracce oggi scaricabili dal sito di Luigi Relé all’indirizzo www.luigirele.com. Un disco in cui l’impegno politico, il bisogno di schierarsi senza ipocrisia, emergono in modo evidente, insieme ad un’ironia di fondo che alleggerisce i temi delle sue canzoni.
In fondo è questa la cifra stilistica del lavoro artistico di Relé: impegno ed ironia, che appaiono evidenti anche nel suo primo disco da solista intitolato “Dreams. Canzoni di Protesta, di Pace e d’Amore”, pubblicato nel 2020. Un disco di dodici tracce autoprodotto in parte con un crowdfunding, che rappresenta un ulteriore momento di evoluzione della proposta artistica del cantautore romano.
Nel 2017 è stato finalista al “Biella Music Festival” e nel 2020 ha vinto il Premio Social come autore al PAE, Premio autori e cantautori esordienti. In questo periodo sta arrangiando le canzoni del disco in trio, insieme ad un chitarrista e a una fisarmonicista, per poter presentare il lavoro dal vivo appena l’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del SARS-CoV-2 lo permetterà.
Di Relé non si hanno molte notizie, sono le sue canzoni a parlare di lui.