“L’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Sono i contenuti dell’art. 1 della Costituzione italiana e fanno parte dei principi fondamentali della nostra carta costituzionale.
Principi mai pienamente attuati e men che meno oggi, con un Paese assoggettato ai diktat dell’Unione Europea e con un sistema elettorale che priva gli elettori del diritto di scegliersi i propri rappresentanti in Parlamento.
l risultato è sotto i nostri occhi. Accentramento dei poteri decisionali. Norme che limitano il diritto di sciopero e reprimono il dissenso sociale. Jobs Act per rendere precario anche il lavoro dipendente a tempo indeterminato. Soppressione dell’art. 18. Continuo innalzamento dell’età per la pensione e un sistema di calcolo che produrrà assegni da fame. Affossamento dei servizi pubblici e un Welfare pubblico sempre più impoverito.
Per quanto tempo l’Italia continuerà ad essere una repubblica? Pienamente democratica non lo è mai stata. Il lavoro? In alcune parti del Paese è stato sempre uno strumento utilizzato per determinare consenso politico e oggi sembra quasi una colpa gridare che il lavoro è un diritto. La sovranità, poi, non è mai appartenuta al popolo ma al capitale. E allora, quella italiana, è una Costituzione da riscrivere o da attuare?